Nel tratto di costa che va da San Vito lo Capo a Castellammare del Golfo, 7 chilometri di natura incontaminata dove vivono e nidificano i rapaci, si estende la Riserva Naturale dello Zingaro, una delle più famose d’Italia; chi desidera immergersi in una natura senza tempo, dove passato e presente si fondono armoniosamente, non potrà fare a meno di visitarla.
Gli antichi greci e i latini la chiamavano “Cetaria” per l’abbondanza dei tonni che si incontravano nelle sue acque.
Raccontare, con poche parole, la bellezza di questo luogo non è facile, le piccole baie pavimentate da candidi ciottoli, il mare che si tinge di inattesi toni di verde e di azzurro, gli scogli appuntiti che separano le diverse spiaggette, la macchia mediterranea che sembra tuffarsi nel mare e le antiche case coloniche costruite sulla roccia si susseguono mischiandosi ai profumi e ai colori, sfoderando tutto il loro fascino.
Partendo da San Vito in auto si giunge alla riserva in 15 minuti.
La prima cala, la più grande ed anche la più frequentata in estate, è Tonnarella dell’Uzzo, dove si scende in pochi minuti a piedi partendo dalla biglietteria, a tal proposito, il biglietto costa 5 € – Ridotto: 3 € (ragazzi fino a 14 anni) – Speciale: 1 € (scolaresche ) – Gratuito: cittadini italiani età superiore ai 65 anni.
Se invece avete voglia di camminare, volete trovare una caletta meno affollata o godervi i gli angoli più nascosti di questa meravigliosa costa non dovete fare altro che addentravi nel sentiero e raggiungere le altre calette : Cala Torre dell’Uzzo , Cala Marinella, Cala Beretta , Cala della Disa o Zingaro, Cala del Varo, raggiungibile mare, e Cala della Capreria, vicinissima a Scopello.
La vegetazione è un’esplosione di colori specialmente in primavera; gli olivastri, i mandorli, i carrubbi si mescolano alle rigogliose distese di palme nane e alle numerose ed eleganti orchidee, mentre i frassini e gli alberi da sughero si alternano all’euforbia e al lentisco.
La palma nana, presente in tutta la zona, è il simbolo indiscusso della Riserva dello Zingaro; con le sue foglie, i contadini creavano oggetti di uso quotidiano, molti dei quali sono oggi custoditi nel piccolo Museo della Riserva.
La riserva si visita solo a piedi, nulla deve disturbare la quarantina di specie di uccelli che qui nidificano, tra cui l’Aquila del Bonelli, la Poiana, il Nibbio, il Gheppio e la fauna endemica.
Soltanto chi avrà la pazienza di percorrere a piedi questo habitat unico farà un’esperienza davvero indimenticabile.
A chi non può percorrere la Riserva a piedi consigliamo di ammirarne la bellezza dal mare, noleggiando un gommone o facendo un’escursione in barca con partenza giornaliera da San Vito Lo Capo.
La Riserva dello Zingaro, prima in Sicilia, è stata istituita nel 1981 dalla Regione Siciliana.
Non sappiamo perchè questa zona si chiami “zingaro”, infatti di nomadi che hanno vissuto qui non c’è alcuna notizia nelle fonti storiche mentre viene indicata la presenza di una colonia di lombardi nel XIII secolo.
Anche se Lo Zingaro è particolarmente famoso per le spiagge, per i fondali limpidi e ricchi di pesce e per le grotte sottomarine, è bene sapere che la riserva offre molto di più.
Nel suo territorio si trovano molte realtà antropologicamente rilevanti come il Borgo Cusenza, un piccolo gruppo di case abbandonate del tutto nei primi anni ’50, oggi al centro di un progetto di recupero della Riserva; e poi a ridosso della costa si trovano le testimonianze della vita di ottomila anni fa, nella Grotta dell’Uzzo , al cui interno sono visibili ancora oggi i resti di una civiltà contadina molto più recente, che merita di essere ricordata.
La riserva dello Zingaro è perfettamente fruibile da tutti, tre sono i percorsi classici: il primo corre lungo la costa da un limite all’altro della riserva, è il più frequentato e anche il meno impegnativo, il secondo, un po’ più faticoso, procede a zig zag sul territorio, incrociando la costa e le vette, mentre il terzo è riservato ai più sportivi, e praticamente attraversa tutto lo Zingaro dall’alto al basso.
Lungo i sentieri ci si può riposare o addirittura pernottare in vecchie case coloniche restaurate, unico imperativo categorico è: non sporcare, non inquinare, rispettare mare e terra e cielo.
La riserva interessa solo il territorio dello Zingaro, mentre per quanto riguarda il mare l’unico divieto è quello di avvicinarsi col motore della barca acceso al di qua dei 300 metri dalla costa.
Museo
All’interno dell’area della Riserva si trovano ben 5 piccoli Musei:
il Museo Naturalistico dove sono stati collocati recentemente i pannelli sul tema “Etnobotanica dello Zingaro” con i quali vengono messe in luce, attraverso immagini fotografiche, piante spontanee utilizzate nella medicina popolare secondo la tradizione locale delle comunità rurali ricadenti nel territorio della RNO dello Zingaro;
il Museo delle Attività Marinare;
il Museo della Civiltà Contadina;
il Museo della Manna;
il Museo dell’Intreccio.
Le fotografie del Museo Naturalistico sono accompagnate da testi tratti dal volume “Il popolamento della Riserva Naturale Orientata dello Zingaro”, già pubblicato dalla stessa Azienda con il coordinamento scientifico del Dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università degli Studi di Palermo.
Le piante officinali che caratterizzano gran parte di questo territorio sono semplici creature che racchiudono virtù e segreti non visibili al semplice sguardo, ma che ai più attenti possono aprire un mondo dal quale, una volta entrati, è difficile sottrarsi.
Un mondo che, al di là di un elaboratore di salute, rappresenta la manifestazione di forme perfette quali solo la natura è in grado di offrirci.
Impariamo a conoscere e rispettare questi meravigliosi doni. (FONTE RISERVAZINGARO.IT)
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